giovedì 10 giugno 2010

A un passo dalla guerra civile.

Ma analizziamo prima le due parole:
Guerra, rivolta, rivoluzione: l'italiano è stanco, e anche se a sentire certe cose ci metterebbe un attimo a far saltare le teste a tutti, l'italiano preferisce starsene comodo a casa, guardare quei 4 sfigati che al posto suo vanno a manifestare, e via. Questo è quello che molti italiani si sono dimostrati essere.
Seconda parola, civile: un termine che non riguarda la nostra "nazione", dove di civile c'è rimasto ben poco, soprattutto dopo 15 anni di malgoverno che hanno portato ignoranza tra la gente e povertà. Non mi ricordo chi, probabilmente Roosevelt, disse che "La fame,la disoccupazione e l'ignoranza sono le fondamenta della dittatura".



Oggi, giovedì 10 giugno 2010, si conclude l'ennesima brutta pagina della nostra "democrazia". In un'Aula deserta, il presidente del Senato Schifani ha annunciato i risultati del voto di fiducia sulle intercettazioni: presenti 189, favorevoli 164, contrari 25, astenuti 0. Il Senato approva. I senatori del Pd meno L non hanno partecipato alla votazione, e questo è in sintesi quello che succede adesso:
  • I 75 giorni. Terminato il periodo di durata massima delle intercettazioni telefoniche, il pm potra' chiedere una proroga di tre giorni in tre giorni se dovesse avvertire il rischio che si stia per compiere un nuovo reato o se si tratti di una prova fondamentale
  • Ascolti ambientali. Viene fissato in 3 giorni (prorogabili di tre in tre) la durata delle intercettazioni ambientali.
  • Multe per gli editori. Nel testo restano le pene per gli editori, che possono pagare ammende fino a oltre 450 mila euro nel caso pubblichino intercettazioni espunte dal processo o giudicate irrilevanti per il procedimento.
  • Per quanto riguarda la cosiddetta ''norma transitoria'', una volta approvato il disegno di legge entreranno in vigore le sanzioni per giornalisti ed editori.
  • Giudice collegiale. Ci sara' invece un anno di tempo per applicare la norma che prevede il semaforo verde per le intercettazioni da parte del giudice collegiale e non piu' del Gip.
  • Inchieste in corso. Le nuove norme, infine, non saranno applicate alle inchieste in corso.
Solo il "presidente" della "repubblica" ci può salvare, non firmando la legge e dimostrandosi DEGNO DI QUESTA CARICA, insomma il contrario di quello che ha fatto fin'ora, rilasciando solo dichiarazioni ammonitive, ma non facendo mai niente di concreto per salvare quello che rimaneva della SUA Nazione.



Da repubblica:
Il governare e il fare le leggi "visto da dentro è un inferno", afferma il premier parlando all'assemblea di Confartigianato: "Non è che manchino le intenzioni o buoni progetti, ma è l'architettura istituzionale che rende difficilissimo trasformare progetti in leggi concrete".

Immediata la replica del segretario Pd Pierluigi Bersani, intervistato in diretta a Repubblica Tv : "Berlusconi ha giurato sulla Costituzione", ricorda Bersani, che al premier dice: "Se non ti piace, te ne vai a casa". Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, evoca il fascismo: "Solo nei modelli fascisti si può fare a meno delle regole costituzionali e del Parlamento".

Internet si è completamente coalizzata contro questa ulteriore manomissione della Costituzione da parte del PDL, senza articolo 21, è dittatura. La protesta dei post-it ne è un esempio:



Scendere in piazza, SAPERE il perchè lo si deve fare, avere un'informazione che ci faccia capire il perchè il paese và a puttane, non è cosa nostra. E il termine non è del tutto inappropriato.
"L'alba dei funerali dello Stato"...

Rock(S)politik with...

USA LA BICI

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